Come datore di lavoro, anche in un’ottica di miglioramento del clima aziendale e di benessere dei tuoi dipendenti, potresti aver preso in considerazione le necessità di vitto del personale in forza presso la tua azienda tramite un sistema di Buoni Pasto in Welfare Aziendale.
È infatti ormai noto che la produttività dei dipendenti dipende da molteplici fattori e che tra questi un ruolo di rilievo è da attribuire al benessere del lavoratore. Benessere finanziario, certo, ma anche e soprattutto emotivo.
Imprenditore e datore di lavoro sia attento alle esigenze extra lavorative dei tuoi dipendenti.
In quest’ottica, l’attenzione alle necessità di vitto dei tuoi lavoratori potrebbe rappresentare un beneficio per te e per loro.
Posto che la somministrazione diretta dei pasti, tramite mense aziendali e interaziendali, così come la fornitura giornaliera di pasti preconfezionati, possono diventare di complessa gestione, ti invito a considerare la possibilità di fornire ai tuoi dipendenti e collaboratori i cosidetti Ticket Restaurant.
I buoni pasto non sono certamente una novità nel panorama italiano ma, come spesso in generale succede nel nostro Paese, la disciplina che li riguarda è stata ridisegnata più volte. Ti illustro allora di seguito le novità pubblicate ad agosto 2017 in Gazzetta Ufficiale.
Innanzitutto il buono pasto è il documento di legittimazione -emesso in forma cartacea o elettronica- che fornisce al suo titolare il diritto di ottenere il servizio sostitutivo di mensa per un importo pari al valore facciale del buono stesso.
In pratica è il ticket o la card che permette al lavoratore di acquistare presso un negozio convenzionato generi alimentari che sopperiscano alle esigenze legate all’alimentazione del giorno di lavoro.
Come stabilito nel TUIR, i buoni non concorrono a formare il reddito del dipendente fino ad un importo complessivo giornaliero di €5,29, che diventano €7 ove tali buoni siano forniti in forma elettronica.
Ma chi può beneficiare del buono pasto e quali sono le caratteristiche di tale documento?
I buoni pasto sono utilizzabili dai prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche qualora l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto! Sono utilizzabili inoltre anche dai soggetti che hanno instaurato con il datore di lavoro un rapporto di collaborazione non subordinato.
Come previsto anche dalla disciplina precedente, i buoni pasto non sono cedibili, commercializzabili né convertibili in denaro. Il lavoratore titolare del buono non può quindi regalare il ticket che non utilizza ad un proprio collega né può darlo alla moglie affinché la stessa faccia la spesa per la settimana.
Inoltre, stante che il buono non è frazionabile, se il lavoratore non spende l’intero importo risultante dal valore facciale del buono, non ha diritto a resto né ad un valore residuo da utilizzare in una spesa successiva.
Il valore facciale del buono è comprensivo dell’IVA prevista per le somministrazioni al pubblico di alimenti e bevande e per le cessioni di prodotti alimentari pronti per il consumo.
Dove possono essere utilizzati i buoni?
Essendo la finalità del ticket quella di sostituire il servizio mensa, il buono non è utilizzabile per l’acquisto di beni diversi da alimenti e bevande ma, con il decreto 122 del 7 giugno, il MISE ha ampliato la platea degli esercizi convenzionabili, agevolando così ulteriormente i fruitori di buoni pasto.
Oltre che al supermercato, in gastronomia, in pizzeria, nei self service, nelle mense e in generale presso gli esercizi legittimati a somministrare al pubblico alimenti e bevande o a vendere al dettaglio prodotti appartenenti al settore merceologico alimentare, è infatti ora possibile spendere i buoni pasto anche per acquisti alimentari effettuati negli agriturismi, negli ittiturismi e presso i banchi del mercato.
Ci sono altre novità?
Il Dlgs. 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), ha previsto l’emanazione di un decreto del ministro dello Sviluppo economico al fine di individuare le caratteristiche dei buoni pasto e il contenuto degli accordi stipulati tra le società di emissione di buoni pasto e i titolari degli esercizi convenzionabili.
Il Decreto prevede alcune novità importanti che ti riassumerò in breve di seguito.
L’aspetto più innovativo del decreto consiste nel fatto che a partire dal 9 settembre 2017 il lavoratore potrà utilizzare fino ad otto buoni pasto nell’ambito della stessa spesa. I buoni dovranno essere obbligatoriamente nominativi, utilizzati solo dal titolare e usati solo per acquisti di prodotti alimentari.
Il lavoratore avrà la possibilità di pagare la propria spesa alimentare utilizzando un cumulo di sino ad otto ticket. Questo ne rende l’uso al supermercato decisamente più pratico.
Quindi il lavoratore non potrà cederli, neppure ai propri familiari.
Se vuoi trarre il massimo beneficio dall’utilizzo dei Buoni Pasto in un corretto piano di Welfare Aziendale contattami, oppure prenota nel quadro sottostante un appuntamento. Vediamo insieme cosa possiamo fare.