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Paghi ancora i tuoi dipendenti con false trasferte in busta paga?

Se mi segui sul blog o hai letto il mio libro (se non lo hai ancora acquistato, puoi farlo ora su Collana Imprenditore Sereno), sai che le trasferte sono un argomento che ritengo pericoloso per la tua azienda.

Il problema è semplice: molti imprenditori ritengono che le trasferte siano uno strumento per retribuire i tuoi lavoratori.

In realtà è sbagliato! E si tratta di un errore così grave che può davvero mettere in serio pericolo la tua azienda.

Andiamo con ordine e cominciamo a capire cos’è la trasferta.

L’indennità di trasferta è che la somma in busta paga che riconosci al tuo dipendente per via del disagio provocatogli dal dover svolgere la prestazione lavorativa in un luogo diverso dalla sua sede abituale e per rimborsarlo delle spese sostenute durante questo periodo.

In genere sono i contratti collettivi a stabilire il trattamento economico da erogare al lavoratore in trasferta e ha natura forfettaria. Ovvero riconosci un quantitativo di denaro senza aver necessità del dettaglio delle spese sostenute dal tuo dipendente.

In alternativa all’indennità di trasferta tu puoi rimborsare le spese effettivamente sostenute dal tuo lavoratore, in base alla documentazione fiscale che lui ti porta.

Sono tre le modalità principali:

  1. il rimborso spese a piè di lista,
  2. il rimborso spese forfettario,
  3.  il rimborso spese misto.

Il tema meriterebbe una approfondimento ulteriore, però è necessario che ci concentriamo sulle trasferte che di solito sono utilizzate in modo non corretto. 

Sto parlando delle forfettarie: ovvero il compenso erogato indipendentemente dalla spesa effettivamente sostenuta.

Per questa tipologia di trasferta la legge prevede che non concorrano alla formazione del reddito del dipendente gli importi erogati nel limite di:

  • 46, 48 € al giorno per le trasferte fuori del territorio comunale ma effettuate in Italia;
  • 77, 46 € al giorno per le trasferte all’estero.

Il fatto è che per le soglie qui indicate la normativa prevede che non devi neppure tenere le cosiddette “pezze d’appoggio”, ovvero gli scontrini fiscali, le ricevute del ristorante, le note spese.

Questo è un problema, perché porta a pensare molti imprenditori come te, che nessuno possa mai controllare queste voci!

C’era persino qualche “esperto fiscale” che tempo fa aveva pubblicato un video sui social, affermando che si potevano pagare i lavoratori tranquillamente con le trasferte.

Nulla di più sbagliato!

Infatti la normativa è chiara: puoi erogare una trasferta, soltanto se il lavoratore effettivamente si è spostato.

Quindi se da un lato è vero che non occorre tenere le pezze giustificative delle uscite, è necessario che tu abbia una prova della sua effettiva uscita dall’azienda e dal Comune, per avere la possibilità di erogare questa voce retributiva.

Tutto va bene finché non arrivano gli ispettori. Per loro è molto facile riconoscere le trasferte non vere, anche perché nel cedolino paga vengono indicate con le voci:

  • Trasferta
  • Trasferta Italia

E l’ispettore procede con il verbale con cui assoggetta tutte le somme che hai versato ai tuoi dipendenti come trasferta e le rende imponibili contributive, ovvero ci dovrai pagare tasse e contributi.

E sanzioni aggiuntive, ovviamente!

Te ne parlo perché lo ritengo un errore che non voglio tu commetta. E si tratta di un errore comune nelle aziende.

Un errore che può portare ad avere una brutta pubblicità sulle pagine dei giornali, come in questo caso.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/false-indennita-trasferta.html

Come ben sai, cerco di darti delle soluzioni in questo blog, anche se, soprattutto in questo caso, andrebbero davvero personalizzate sulle esigenze della tua azienda e dei tuoi lavoratori.

Infatti bisogna capire per quale motivo stai dando quelle false trasferte ai tuoi dipendenti:

  • Hai la necessità di raggiungere un netto concordato?
  • Hai paura che vada a lavorare per la concorrenza, perché non lo paghi abbastanza?
  • Hai la necessità di riconoscergli un premio?

Queste sono soltanto alcune delle domande che ti farei per capire come poterti aiutare.

Se sei un Imprenditore che desidera migliorare la propria azienda e consentirle una prosperità nel futuro, questa é l’unica soluzione a cui pensare oggi.

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Sono Avvocato e Consulente del Lavoro: mi occupo di consigliare alle aziende come gestire al meglio le Risorse Umane. Credo che il Capitale Umano sia la vera risorsa che può fare la differenza per l'azienda che rende, produce e vuole perseguire traguardi di miglioramento e sviluppo. In quest'ottica cerco soluzioni ai problemi di Gestione del Personale, Costo del Lavoro, Contratti di Lavoro. La mia attività cerca di non basarsi su un pensiero standardizzato, ma si pone l'obiettivo di personalizzare le soluzioni. Cooperative e Welfare Aziendale sono due temi che mi appartengono e che fanno parte del mio know how.

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