Questa settimana mi sono accadute due fatti che mi hanno fatto pensare.
La prima: un collega mi ha contestato duramente che pagare le vacanze ai propri dipendenti come Welfare Aziendale è qualcosa di superficiale e di frivolo.
Ricordo che ha avuto un tono sprezzante, quasi di superiorità nei miei confronti.
La seconda è che ho tenuto una relazione su Welfare Aziendale e Sicurezza sul Lavoro, invitato dall’amica Tanya Mazzon di Serenissima Sicurezza, che ringrazio per l’opportunità.
Ti parlo di questi due eventi perché in realtà non sono slegati, anzi sono strettamente correlati tra di loro.
Una piccola premessa: se mi conosci solo tramite il blog, devi sapere che sono una persona che si mette sempre in discussione. Una critica è sempre oggetto di un esame di coscienza da parte mia.
Non soltanto per la mia persona, ma per il vantaggio che la mia attività deve portare a chi si affida alle mie cure.
In realtà proprio grazie all’incontro organizzato da Tanya ho avuto l’occasione di ripercorrere i motivi per cui pagare le vacanze ai tuoi dipendenti, grazie al Welfare Aziendale, è un atto tutt’altro che superficiale!
Anzi riguarda la sicurezza sul lavoro della tua azienda!
E quando si parla di sicurezza, nulla deve essere concesso alla superficialità!
Andiamo con ordine.
Vacanze uguale ferie.
Il Diritto alle ferie è sancito all’interno della nostra Costituzione, all’art. 36, il quakle afferma che il lavoratore ha diritto a ferie annuali retribuite e che non può rinunciarvi.
Il principio, tanto per non sbagliare, è ribadito all’interno dell’art. 2109 del Codice Civile, il quale aggiunge che il periodo di ferie deve essere;
- Continuativo:
- Determinato dall’imprenditore, tenuto conto delle esigenze dell’impresa e degli interessi del prestatore di lavoro;
- Preventivamente comunicato al prestatore di lavoro.
L’art. 10 del D.Lgs. 66/2003 determina che il periodo di ferie a cui ha diritto il tuo dipendente è di un periodo minimo di 4 settimane all’anno e tale diritto non può essere monetizzato.
In poche parole non puoi pagare le ferie ai tuoi lavoratori, al posto di fargliele fare.
E perché mai?
Il motivo è semplice e sta nella ragione stessa dell’esistenza di un periodo di ferie previsto obbligatoriamente per i nostri dipendenti.
Le ferie servono al recupero delle energie psicofisiche del lavoratore, a seguito della messa a disposizione della propria disponibilità lavorativa in favore del datore di lavoro. Inoltre le ferie servono alla soddisfazione di esigenze psicologiche fondamentali, permettendo a lui o lei di partecipare alla vita familiare e sociale, di tutelare il suo diritto alla salute.
Questo interessa anche te, come datore di lavoro: perché un dipendente stressato è un dipendente che è poco produttivo, può compiere errori nell’esecuzione dei propri compiti, o, nella peggiore delle ipotesi, può infortunarsi o infortunare!
È la stessa Corte Costituzionale a ribadire queste motivazioni, con le sentenze:
- 616/1987,
- 543/1990,
- 158/2001.
Recupero delle energie psicofisiche significa:
- diminuzione del rischio di incidenti in azienda;
- miglioramento dell’ambiente di lavoro;
- diminuzione del rischio stress lavoro correlato;
- diminuzione di malattie al burn out.
Ho detto poco?
Non per nulla, puoi operare attraverso il miglioramento di questi obiettivi per ottenere la riduzione del tuo premio INAIL a fine anno!
Ecco perché mandare in vacanza i propri dipendenti attraverso il Welfare Aziendale è tutt’altro che frivolo o superficiale!
Ha una importante ragione di rilevanza sociale, sanitaria e di sicurezza sul lavoro!
Esistono studi sull’importanza delle ferie. Uno di questi si chiama Time Off, il quale mostra gli effetti del superlavoro sulla performance, il successo e il benessere.
Lo studio afferma che senza periodi opportuni di recupero, la nostra capacità di continuare a lavorare in maniera efficace e produttiva si riduce significativamente. Questa ipotesi è chiaramente opposta al pensiero diffuso che più lavori più produci e più perseveri, più successo ottieni.
Infatti nonostante la consapevolezza dei benefici delle vacanze e dell’effettivo bisogno per il recupero delle energie, lavoriamo troppo e spesso e chiediamo ai nostri collaboratori di fare altrettanto e, per questo motivo, non riusciamo a far smaltire i giorni di ferie a cui, tra l’altro, abbiamo e hanno diritto.
Quindi mandare in ferie e pagare le vacanze ai nostri dipendenti, affinché non stiano in casa, significa aiutarli e incentivarli nel recupero psicofisico, renderli soddisfatti nel lavorare con noi e incrementare la Sicurezza nella nostra azienda.
Diffida da chi afferma il contrario, sì, anche da quel collega, perché con quella affermazione ha dimostrato di:
- ignorare la motivazione sul perché esiste un Diritto alle ferie;
- ignorare il rischio di Sicurezza sul lavoro;
- ignora il motivo per cui esiste il Welfare Aziendale.
Mi dispiace se mi senti un po’ infervorato, ma è importante che non passino messaggi sbagliati per quanto riguarda il Welfare Aziendale e la Sicurezza del lavoro nella tua azienda.
Perché la Sicurezza non è semplicemente creare un documento di valutazione dei rischi che va lasciato ad impolverarsi in qualche cassetto!
È una procedura, un modus operandi all’interno di una azienda.
So che non è semplice capire le sfacettature di questo strumento, ma è proprio per questo motivo che faccio convegni, scrivo questo blog, e ho pubblicato un libro!
Questa è cultura di Welfare Aziendale, questa è cultura sulla Sicurezza del Lavoro questa è la cultura del lavoro che può aiutare con uno strumento nuovo ed innovativo la tua azienda.