L’Outplacement è l’attività di consulenza nell’ambito delle Risorse Umane che si occupa di accompagnare le persone in uscita da un’azienda nella ricerca di nuove opportunità professionali.
Insomma l’Outplacement è un modo di supportare il dipendente che stai licenziando. Per aiutarlo a trovare un nuovo lavoro oppure per dargli l’opportunità di mettersi in proprio per ripartire.
L’attività è effettuata su specifico ed esclusivo incarico dell’azienda presso cui la persona è assunta e dalla quale sta per essere licenziata o posta in cassa integrazione o in mobilità con la finalità di ricollocare i lavoratori nel mercato del lavoro.
La curiosità è che fu utilizzato per la prima volta dalla NASA, l’ente spaziale americano, che aiutò migliaia di dipendenti provenienti dal concluso progetto “Apollo” a rientrare nel mercato del lavoro.
Si può dire “dalla conquista della luna, alla conquista di un posto di lavoro!”
Infatti l’Outplacement è un servizio che si propone la riqualificazione e il ricollocazione/ricollocamento in differenti contesti aziendali degli individui in cerca di lavoro.
Compito della società di Outplacement è quello di accompagnare il lavoratore nel percorso di riqualificazione delle sue competenze per potersi ricollocare in un altro ambito lavorativo.
Serve, però, un atteggiamento positivo da parte del lavoratore interessato, nei confronti di chi lo aiuta, con l’impegno di cercare le strade che sono più affini alle proprie abilità e aspettative.
Perché l’Outplacement comincia a diventare “famoso”?
In realtà lo è già da qualche anno, anche se viene utilizzato per la maggiore da aziende di grandi dimensioni che utilizzano diverse figure di tipo dirigenziale. E’ infatti con queste figure che spesso si ha il maggior impiego di questo servizio.
Oggi si comincia a pensare di utilizzarlo anche per livelli più bassi, siano essi di tipo amministrativo che operaio.
Il perché viene determinato dal fatto che le nostre aziende devono essere più flessibili e veloci del passato. Infatti è fondamentale gestire al meglio le necessità e le richieste produttive che la società in cui viviamo ci pone quotidianamente.
Questo continuo mutamento insieme con l’aumento dell’età media comporta che difficilmente il personale over50 riuscirà ad arrivare all’età di 67 anni nella stessa azienda.
In quest’ottica l’Outplacement va considerato importante così come una polizza assicurativa che consenta ai nostri dipendenti di affrontare meglio e in modo più strutturato l’eventuale cambio di azienda. L’Outplacement, se ben seguito, può permettere un dimezzamento dei tempi di ricerca di un nuovo posto di lavoro nonché una soddisfazione maggiore da parte del lavoratore nella nuova soluzione lavorativa.
Per questo motivo l’Outplacement potrebbe rientrare in un piano di Welfare Aziendale.
Questo percorso può essere utile anche nell’ipotesi in cui il lavoratore volesse creare una impresa per conto suo.
Quando c’è la necessità di licenziare è importante avere un metodo per rendere questa situazione il più indolore per tutti. Infatti quando si licenzia qualcuno se non si pensa al suo fututo le conseguenze legali e non solo, per l’imprenditore e l’azienda possono essere pesanti.
È necessario tutelarsi da queste problematiche, possibilmente con l’Outplacement inserito nel piano di Welfare Aziendale.
Ne comprendi il potenziale?
In qualche accordo con i lavoratori ho utilizzato questo servizio e devo ammettere che la soddisfazione dei lavoratori è stata importante.
Inserire l’Outplacement in un piano di Welfare Aziendale può essere un plus importante che va pensato e comunicato con attenzione in quanto è una importante protezione dell’individuo, è una concreta garanzia della continuità professionale.
Valori che sono importanti nel mondo delle Risorse Umane.
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✍P.S. Questa settimana, a partire da giovedì 28 giugno, sarò presente al #Festivaldellavoro a Milano!
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