Oggi sia grandi che piccole aziende possono avvalersi dei benefici del Welfare Aziendale, così come scritto in questo articolo anche i sindacati sono d’accordo.
Proprio oggi parlavo con un dipendente di una azienda mia cliente del nuovo contratto dei metalmeccanici, nel quale è stato introdotta una somma per i lavoratori a titolo di Welfare Aziendale.
Lui è un dipendente un po’ particolare perché non crede nel Welfare Aziendale infatti sostiene che così si portano via soldi ai lavoratori!
Questo lavoratore si lamentava di questa nuova modalità. Infatti secondo lui per il lavoratore è sempre meglio ricevere soldi in cash (o moneta, come volete chiamarli).
Insomma, era contrario al Welfare Aziendale.
Niente di più sbagliato! Non è affatto così.
Infatti che male c’è se una azienda, magari in difficoltà, grazie ad una strategia di welfare aziendale cerca di premiare i propri dipendenti o di ridurre il proprio costo del lavoro, lasciando intatto il potere d’acquisto dei propri collaboratori?
Il Welfare Aziendale permette di creare politiche retributive di premio a favore dei lavoratori, oppure di rivedere alcuni elementi della retribuzione, quali i superminimi, anche al fine di abbassare il costo del lavoro.
Se non l’hai già letto corri a leggere il caso dell’imprenditore che voleva dare un aumento al suo dipendente, qui trovi anche un esempio concreto con numeri: Come aumentare la produttività, far felici i tuoi dipendenti e pagare meno tasse?
https://www.riccardozanon.com/welfare-aziendale-produttivita/
Con il Welfare Aziendale conviene sia al lavoratore che al datore di lavoro sostituire il superminimo con una serie di beni o servizi di valore uguale o superiore rispetto al costo che avresti con il superminimo!
In alcuni casi grazie a questa strategia si può salvare una azienda e tanti posti di lavoro!!!
Quando il dipendente ha compreso che così si salvano sia i posti di lavoro che il potere di acquisto dei lavoratori… a quel punto si è convinto che il Welfare Aziendale può essere lo strumento corretto per salvaguardare posti di lavoro.
Con il Welfare aziendale i lavoratori continuano ad avere un potere di acquisto identico al precedente, se non anche maggiore!!!
E come?
Solitamente con gli aumenti in busta paga l’imprenditore ed il dipendente pagano un sacco di tasse.
Al posto dell’aumento è possibile prevedere un piano di Welfare Aziendale costituito da una lista di beni e/o servizi che l’azienda può pagare a favore del dipendente stesso.
Con un piano di Welfare Aziendale le somme con cui l’azienda paga i servizi e beni, quali ad esempio, asilo nido, sport per i figli, carrello della spesa, sono esenti da tasse e contributi.
Sì, hai capito bene!
Esempio:
Se riconoscevi al lavoratore 200 euro di superminimo, il tuo costo totale era all’incirca di euro 430 euro, adesso invece tu potrai continuare a riconoscergli ancora euro 200 (in beni o servizi) e il tuo costo rimarrà di euro 200! Per l’azienda ci sarà un risparmio fiscale e contributivo di 230 euro!!!
Bada bene, questo meccanismo funziona solo ed esclusivamente se si effettua una analisi preventiva dei reali bisogni dei dipendenti e delle loro effettive necessità.
È molto importante che i dipendenti siano d’accordo sulla lista dei beni e servizi fra i quali scegliere.
Convieni con me che i dubbi del lavoratore erano del tutto immotivati?
Se vuoi scoprire come creare un piano di Welfare Aziendale per far star meglio i tuoi dipendenti e risparmiare sulle tasse, contattami.
P.S. Ti ricordo che il 29 giugno 2017 alle ore 15.00 a Villa Cà Zané all’incontro formativo: “Anteprime per le aziende: voucher, smartworking e lavoro autonomo!”
Parlerò di Voucher, con le ultime novità, Smart Working e Lavoro Autonomo.
L’evento é gratuito, previa registrazione da questa pagina.
Ti aspetto!
Anteprime per le aziende: voucher, smartworking e lavoro autonomo!