Nel Welfare Aziendale uno dei temi più importanti è la famiglia.
Quando vado in azienda a parlare di Welfare ai dipendenti, è un piacere perché ho la possibilità di rispondere subito alle domande e i dubbi che affliggono proprio coloro che dovranno utilizzarlo.
Molte di queste domande riguardano proprio la famiglia.
In particolare dal momento che alcuni benefits di Welfare Aziendale possono essere utilizzati anche dai familiari, mi viene chiesto cosa succede in caso di convivenza.
Il tema è importante visto che molte famiglie oggi non scelgono la forma del matrimonio tradizionale e l’art. 51, comma 2, lettera d-bis), f-bis), f-ter), del Testo Unico Imposte sui Redditi (TUIR) riconosce la possibilità che quei benefits possano essere erogati ai familiari indicati nell’art. 12 del TUIR.
Ma ci sono i familiari indicati nell’art. 12 del TUIR?
Ecco l’elenco:
- figli (anche adottivi, affidati o affiliati);
- coniuge, non legalmente ed effettivamente separato;
- genitori o, in mancanza, ascendenti prossimi (nonni);
- adottanti;
- generi e nuore;
- suoceri;
- fratelli/sorelle germani o unilaterali.
Quindi, cosa succede in caso di Unioni Civili?
La legge n. 76/2016 (cd. Cirinnà) che istituisce le Unioni Civili equipara queste al vincolo giuridico del matrimonio. Quindi chi si trova ad aver attuato una Unione Civile, potrà usufruire dei benefits di Welfare Aziendale come le coppie sposate.
Invece per le Convivenze di fatto?
Per loro la Legge Cirinnà non ha disposto la equiparazione al matrimonio, quindi non rientrano nel concetto di familiare ai fini della fruizione dei benefits di Welfare Aziendale.
Questo è un tema importante nel Welfare Aziendale ed è utile che tu lo conosca bene per comunicare e applicare bene il Welfare nella tua azienda.
Se sei tra gli imprenditori che vogliono avere una consulenza e trarre benefici per la propria azienda e i propri dipendenti anche con il Welfare Aziendale, continua a seguirmi, e in ogni caso puoi contattarmi.