Lo Smart Working avrà un futuro al termine della pandemia?
Pare proprio di sì!
Il 30 aprile 2021 scade la possibilità per te che sei imprenditore di ricorrere allo Smart Working (o lavoro Agile) semplificato.
La settimana che è appena trascorsa ha visto il susseguirsi di notizie riguardanti qualche grande azienda dichiarare che lo Smart Working non rappresenterà il proprio modello di organizzazione aziendale del post pandemia.
In particolare ha fatto scalpore sui quotidiani la notizia che Google fare tornare tutti in ufficio! Al termine della pandemia, o meglio, al completamento della campagna vaccinale, big G vorrà riprendere le attività in sede e non continuare il lavoro in remoto.
D’altro canto aziende come Vodafone, Bayern, Sanofi, ING (fonte Il Sole 24 Ore) stanno implementando in azienda accordi per avere la possibilità di sfruttare il Lavoro Agile.
Sempre secondo il Sole 24 Ore solo l’11% delle aziende tornerà a lavorare come prima della pandemia.
Le ragioni sull’immediato sono estremamente pratiche.
E riguardano la gestione del personale contagiato che non potrà comunque tornare in azienda!
Infatti gli asintomatici da almeno una settimana ma ancora positivi potranno rientrare in azienda solo dopo 21 giorni dall’inizio della malattia.
Inoltre la mascherina in azienda dovrà essere obbligatoria se non si può rispettare la distanza di un metro.
Queste sono alcune delle novità del nuovo Protocollo di prevenzione anti Covid che è in corso di valutazione da parte del Ministero del Lavoro insieme alle Parti sociali.
Ecco perché lo Smart Working sarà ancora protagonista, tanto è anche altri commentatori, come già indicato da me, all’interno del mio libro Welfare Terapia, cominciano a definirlo come arma anti Covid.
Quindi venendo a cessare la condizione agevolata dello smart working semplificato, ma essendo ritenuto l’arma principale per il contenimento del contagio da COVID.
Quindi la tua azienda è obbligata a pensare a come strutturare per contratto e regolamento questa modalità di prestazione lavorativa.
Sì perché il cd. Smart Working semplificato, prescinde dagli accordi individuali e dagli obblighi informativi previsti dalla disciplina ordinaria.
Lo Smart Working “ordinario” richiede un accordo per l’esecuzione della prestazione il quale deve essere stipulato per iscritto ai fini della regolarità amministrativa e della prova.
Inoltre il medesimo accordo deve:
- disciplinare l’esecuzione della prestazione lavorativa svolta all’esterno dei locali aziendali,
- indicare le forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro,
- definire strumenti utilizzati dal lavoratore,
- individuare i tempi di riposo del lavoratore,
- stabilire le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.
Tutti aspetti molto importanti a cui è meglio che cominci a pensare ora per essere pronto a quando la procedura semplificata non ci sarà più.
E non solo!
Ricordati che se gli altri imprenditori tuoi concorrenti offrono lo Smart Working, dovresti valutare se è una misura di conciliazione vita-lavoro che può interessare anche i tuoi dipendenti.
Questo al fine di evitare che i tuoi migliori collaboratori possano essere attratti da questa soluzione e quindi andare a lavorare per la concorrenza.
Se la tua azienda non può fare Smart Working per necessità lavorative, non devi preoccuparti.
Una soluzione c’é!
Lo Smart Working é una delle soluzioni per il benessere in azienda che definiamo con il termine Welfare Aziendale per la conciliazione dei tempi di Vita-lavoro.
Ma non é l’unica!
Quindi é possibile rispondere alla concorrenza nell’ambito della selezione e ricerca delle risorse umane in modo diverso, alternativo e personalizzato per la Tua azienda e dei tuoi dipendenti!
Pensaci bene, ne va del futuro della tua azienda.
Lo Smart Working é una delle soluzioni che la tua azienda può adottare in tema di Welfare Aziendale.
Il Welfare Aziendale ti permette di ridurre i costi del personale e aumentare la produttività della tua azienda.