Se mi leggi da tempo sai che non sono solito scrivere di progetti di legge o di proposte di legge che non siano diventate definitive.
Il motivo è molto semplice: voglio consigliarti con informazioni certe, non illuderti o crearti confusione.
Questa volta farò un’eccezione per il semplice fatto che in molti mi avete chiesto di informare sulle proposte di legge riguardanti il Welfare Aziendale.
I timori li comprendo: temi di rimanere “fregato” dai soliti interventi peggiorativi a cui i vari governi del nostro Paese ci hanno abituati.
Ecco allora che mi trovo a pubblicare questo articolo, che terrò aggiornato nel corso del tempo, così proverò a tranquillizzarti.
Stiamo parlando di una proposta di legge di un partito della maggioranza che prevede diversi interventi.
La prima modifica importante riguarda i premi di produttività, il cui limite massimo passerà dai 3.000 di oggi ai 5.000 della proposta di legge. I premi di produttività subiranno una diminuzione dell’aliquota dal 10% al 5%: quindi i tuoi dipendenti per questo premio di risultato pagheranno meno tasse.
Secondo alcuni commentatori la riduzione dell’aliquota potrebbe disincentivare i nostri dipendenti ad optare per l’opzione Welfare Aziendale.
A mio avviso potrebbe non essere così: dipende da come è strutturata la proposta alternativa in Welfare Aziendale. Infatti alcune ricerche indicano un tasso di conversione da Premio di produttività a Welfare Aziendale in appena del 18%.
Quello che queste statistiche non ci dicono è:
- quali incentivi sono stati messi a disposizione dei lavoratori per favorire la scelta del piano di Welfare piuttosto che del Premio di risultato;
- che tipo di comunicazione è stata effettuata ai dipendenti al fine di comunicare loro l’importanza e la validità del piano di Welfare Aziendale creato appositamente per loro.
Per quanto riguarda il Welfare Aziendale “puro”, ovvero non derivante dal Premio di produttività ma da semplice regolamento interno, contratto o accordo sindacale, le novità riguardano:i rimborsi effettuati ai dipendenti o le spese sostenute per conto di essi da parte del datore di lavoro, per la cura o l’assistenza sanitaria di animali domestici.
Aspetto importante e richiesto da molti lavoratori quando faccio con loro i questionari e formazione per il Welfare in azienda.
Questa è la proposta, che tuttavia è ancora nella fase di approvazione e potrebbe subire modifiche.
Quello che risulta essere importante è che non esiste alcun ripensamento dell’impianto del Welfare Aziendale nel nostro Paese, anzi, sussiste la voglia di allargarlo ed estenderlo attraverso una cornice normativa, di sicuro più certa e vantaggiosa per la tua azienda.
Quindi, perché non approfittarne già oggi?
Sei un imprenditore che ha un piano di Welfare Aziendale che non funziona?
Vuoi capire perché i tuoi dipendenti non stanno utilizzando il Welfare della tua azienda?Scrivimi la tua esperienza, sarà un piacere risponderti!